Succede all'istituto Salvemini di Palermo, dove è in corso una battaglia per la ristrutturazione dell'edificio scolastico e degli spazi sportivi dell'istituto, in modo che siano fruibili anche da parte dei ragazzi disabili. Per solidarietà tutti i compagni di classe scelgono di fare a meno di utilizzarlo. Un episodio che richiama alla mente i buoni esempi di altre due classi, a Catanzaro e a Genova
Secondo quanto prevede la legge, la manutenzione ordinaria spetta all'ente pubblico, quella straordinaria al proprietario. Ma il proprietario dell'immobile, in questi anni, ha avuto una serie di vicissitudini, tra cui la liquidazione della società. Il gestore giudiziario aveva iniziato un anno fa, su insistenza della provincia, alcuni lavori di manutenzione straordinaria all'interno della scuola che hanno poi subito un interruzione a causa di un nuovo provvedimento giudiziario a carico del proprietario. In questo caso, quindi, la provincia non può intervenire in via diretta ma solo attraverso il Patrimonio e l'Ufficio legale per avviare gli interventi di manutenzione straordinaria anche del campetto sportivo. "In istituto abbiamo un numero cospicuo di disabili - afferma Emma Di Franco, responsabile per le attività di sostegno - a cui dedichiamo numerose attenzioni nell'organizzazione delle iniziative didattiche. Tutte le strutture scolastiche avrebbero bisogno di interventi di adeguamento alle norme antibarriere architettoniche e di una continua manutenzione".
Pur con le dovute differenze, l'episodio di Palermo rimanda alla memoria di altre due recenti vicende che hanno visto protagoniste delle classi con un alunno con disabilità: viste le difficoltà, per quest'ultimo, di partecipare ad alcune attività (o le richieste rivolte in tal senso), il resto della classe si è espresso in modo corale dalla parte del loro compagno, ponendo all'attenzione di tutti il rispetto del suo diritto alla non discriminazione. Il primo caso, eclatante, fu quello di una classe di Catanzaro impegnata in una visita di orientamento formativo in un istituto alberghiero: all'ipotesi che un compagno con sindrome di Down non partecipasse all'iniziativa, tutti hanno espresso la loro contrarietà: "Se non va lui, non vado neppure io". Il secondo caso nei giorni scorsi a Sestri Ponente, in provincia di Genova, dove una classe ha sperimentato la difficoltà di trovare - in tutta la Liguria e il Basso Piemonte - un mezzo turistico adatto al trasporto di un'alunna con disabilità motoria: la gita di tre giorni è saltata per tutti. Neppure presa in considerazione l'idea di realizzarla senza la partecipazione della ragazza. Due episodi, fra i tanti che si realizzano in tutta Italia, che segnalano una presa di coscienza dei diritti delle persone con disabilità, anche se la loro realizzazione pratica, ancora troppo spesso, risulta eccessivamente difficoltosa.
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