Avvio ufficiale per l'organismo che si attendeva da un anno e mezzo. Nel primo incontro una panoramica generale dei problemi da affrontare e la decisione di organizzare i lavori con una divisione tematica in commissioni di lavoro. Pagano (Fand): "Finalmente il via, ora serve la massima concretezza"
ROMA - Una prima riunione per scaldare i motori e decidere il metodo di lavoro che sarà seguito nei prossimi mesi. E' stato il ministro del Lavoro e Politiche sociali Maurizio Sacconi a dare il via stamane alla prima riunione fra i componenti dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, l'organismo previsto dalla legge che ha ratificato in Italia la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Un avvio atteso da un anno e mezzo (la costituzione avrebbe dovuto avvenire entro il giugno 2009) e diventato oggi realtà due settimane dopo la nomina dei membri, decisa con decreto del ministro lo scorso 30 novembre. Dopo l'apertura del ministro, è stata la volta degli interventi di numerosi componenti dell'Osservatorio, costituito da 40 membri con diritto di voto e altri dieci senza diritto di voto. Ad essere rappresentati sono i rappresentanti di diversi ministeri, istituzioni, enti pubblici e previdenziali, organizzazioni sindacali, insieme a 15 esponenti delle organizzazioni del non profit impegnate per la tutela dei disabili e dei loro familiari. La principale decisione è stata quella di organizzare il lavoro in commissioni tematiche che affronteranno in autonomia le singole questioni, per poi riportarle - in base all'ordine dei lavori che sarà deciso - nel comitato scientifico e nella plenaria. Le riunioni collettive si terranno, probabilmente, una volta ogni tre mesi.
"E' un bene essere finalmente partiti - commenta dopo la riunione il presidente della Fand Giovanni Pagano - perché aspettavamo questo momento da un anno e mezzo: ora la priorità è quella di organizzarsi al meglio perché i lavori possano essere proficui e mirati. I problemi, dalla scuola al lavoro, dalla non autosufficienza alla scarsa assistenza domiciliare, fino all'istituzionalizzazione, li conosciamo bene e su di essi sono state spese molte parole. Ora arriva il tempo della concretezza".
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