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sabato 29 gennaio 2011

Nel segno di Modigliani. A Castello Ursino percorsi riabilitativi per disabili

Un'immagine del laboratorioInterpreti per audiolesi, laboratori didattici e creativi per i bambini. “I ritratti di Modì” è un ciclo di incontri curati dall’illustratrice Nadia Ruju con l’obiettivo di avvicinare i bambini all’arte e allo stile pittorico del grande maestro di Livorno

CATANIA - S'intitola "I ritratti di Modì" ed è un ciclo di laboratori didattici curati al Castello Ursino dall'illustratrice Nadia Ruju con l'obiettivo di avvicinare i bambini all'arte e allo stile pittorico del grande maestro di Livorno, Amedeo Modigliani, protagonista in questi mesi nella fortezza federiciana di Catania della mostra "Modigliani, ritratti dell'anima" voluta dall'assessore alla cultura e ai grandi eventi del Comune di Catania, Marella Ferrera, e organizzata in collaborazione con gli Archivi Modigliani di Roma e Parigi e con la Galleria Side A di Giovanni Gibiino, coordinatore dei collezionisti siciliani. I primi due appuntamenti - ospitati nella antica "Torre dei martìri" del Castello, dove un tempo erano segregati i carcerati - saranno sabato 22 e 29 gennaio (due al giorno, alle 16 e alle 17.30), sono dedicati ai bambini dai 4 agli 8 anni, non occorre portare materiale (fornito dall'assessorato alla cultura) ma è necessaria la prenotazione telefonica.
Il laboratorio può ospitare da un minimo di 5 a un massimo di 12 bambini e si ispira allo stile elegante di Modigliani, caratterizzato da linee sinuose, forme essenziali e colori puri, in contrasto fra loro.
Sono cominciati lunedì 17, e proseguiranno il 24, i laboratori "Al Castello con Modì", destinati ai ragazzini del centro di aggregazione "Il Veliero", che opera nei quartieri popolari Civita e Angeli Custodi. Un progetto, curato dall'assessorato alla cultura e organizzato dal Centro Fruizione Beni Culturali, Ambientali e Musei, che ha visto un gruppo di bambini cimentarsi con la riproduzione di ritratti alla maniera di Modigliani, ma anche di Van Gogh, Cezanne e Dalì.
Domani, intanto, giovedì 20 gennaio, il maestro d'arte e caricaturista Totò Calì - autore di una divertentissima vignetta sulla mostra di Modigliani a Catania esposta nella biglietteria del Castello Ursino - affiancherà un gruppo di ragazzi della Comunità Terapeutica Assistita "Villa Verde" di Catania per un percorso riabilitativo nel segno dell'arte curato dallo stesso Calì.
Infine sarà la volta del più "silenzioso" dei percorsi guidati, ma certo non privo di stupore per chi è abituato a comunicare con la propria voce e ad ascoltare con le proprie orecchie. Parliamo della visita dedicata agli audiolesi in programma lunedì 31 gennaio alle ore 16.00. Ad affiancare le guide turistiche in servizio al Castello Ursino, che offriranno gratis la propria collaborazione, saranno alcuni interpreti che tradurranno in linguaggio LIS (Lingua Italiana dei Segni) i contenuti del percorso espositivo curato dagli Archivi Modigliani. "I gesti semplici e sinceri di Modigliani - spiega la Ruju, sono come quelli di un bambino: hanno saputo cogliere la dimensione intima e privata degli esseri umani. Proveremo a esplorare il tema della raffigurazione per suggerire ai bambini la capacità di riconoscere gli elementi fondamentali di un ritratto".

COLLOCAMENTO LAVORATIVO: IN DISCUSSIONE LE QUOTE RISERVATE AI DISABILI

lavoro disabiliLa Conferenza dei capigruppo ha calendarizzato la discussione della proposta per il 31 gennaio e il 12 febbraio

La Conferenza dei capigruppo ha deciso. La proposta di legge 3720 "Interpretazione autentica del comma 2 dell'articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di applicazione delle disposizioni concernenti le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva in favore dei disabili" di Schirru (e altri) è stata calendarizzata: lunedi 31 gennaio e martedi 12 febbraio, il testo è all'ordine del giorno dei lavori della Camera. Volta alla restituzione della riserva del 7 per cento di posti di lavoro per le persone disabili, la proposta di legge Schirru chiarisce l'interpretazione da dare alla modifica della 68/99 introdotta all'articolo 5, comma 7 del decreto-legge 102/2010 convertito dalla legge 126 del 2010 (missioni internazionali all'estero). Dopo la Camera, sarà la volta del Senato dove sono attese peraltro delegazioni del mondo della disabilità e dell'associazionismo familiare.

Già il 18 dicembre scorso, famiglie, operatori, associazioni, ma anche semplici persone con disabilità si erano date appuntamento sotto la sede del ministero per i Rapporti con il Parlamento, chiedendo al ministro Elio Vito il rispetto delle rassicurazioni date dal governo da questo autunno. In quell'occasione, una delegazione si diresse anche verso la presidenza della Camera dei Deputati per chiedere la calendarizzazione della proposta di legge, volta a sanare una svista' che metteva seriamente a rischio circa 10mila posti di lavoro riservati alla disabilità in tutta Italia a vantaggio di vedove e orfani di terrorismo (cioè, del lavoro) e andava a toccare, abbassandola, la quota riservata alla disabilità dalla legge 68/99 sul collocamento mirato.

"Con questa proposta di legge - ha detto Amalia Schirru, prima firmataria della proposta di legge 3720 - ripristiniamo l'autenticità della 68/99 sulla quota riservata alla disabilità, ma prendiamo impegni anche per le vittime, orfani e vedove, di atti di terrorismo e dunque di morte sul lavoro. Martedi attendiamo il voto finale: un voto atteso anche da tante persone con disabilità per le opportunità che crea. Resta aperto il problema delle vedove e degli orfani di vittime di atti di terrorismo: mi occuperò di loro. Oggi la legge 68/99 prevede una riserva all'1%, ma dato l'aumento di questa fattispecie credo sia giunto il momento di un impegno da parte del Governo ad attivarsi con un'apposita proposta di legge perché si arrivi almeno al 3%. Serve volontà politica forte e unanimità, ma anche capacità di mettere intorno ad un tavolo tutti gli attori coinvolti in questa trasformazione: dalla Pubblica amministrazione ai sindacati, fino alle singole categorie".

"La calendarizzazione della proposta Schirru per la prossima settimana alla Camera - ha dichiarato infine Augusto Battaglia del Dipartimento welfare del Partito Democratico - è un primo grande risultato della energica mobilitazione delle associazioni dei disabili, di tante famiglie e tanti operatori impegnati nei percorsi formativi e di inserimento al lavoro. Non dobbiamo però abbassare la guardia perché è in gioco un diritto costituzionale. L'iniziativa parlamentare del Pd ha trovato ascolto in tutte le forze politiche, ma il percorso fino al voto finale in Senato è ancora lungo e può riservare insidie".

"Ci auguriamo - ha poi concluso - che da questa inaccettabile situazione si esca con un maggiore impegno di tutti, affinché il diritto al lavoro dei disabili da tutti declamato trovi concreta attuazione in una piena e rigorosa attuazione della legge 68. Andiamo avanti con la necessaria pressione sulle forze politiche e sul Governo affinché martedì venga confermato il voto favorevole di tutti, per passare, subito dopo, ad un rapido esame in Senato". "La proposta - ha poi chiosato Schirru - è sostenuta da tutti i gruppi parlamentari. Sono ottimista".



Fonte: Redattore Sociale


PER APPROFONDIRE:

Consulta il testo completo della proposta di legge 3720

mercoledì 26 gennaio 2011

DISABILI E CENTRI DIURNI

2011-01-24 Riaprono i centri diurni del CSR di Piazza Armerina, Enna e Barrafranca. Dopo tante incertezze e il timore di una chiusura definitiva, martedì, primo febbraio, i 53 disabili tornano “a scuola o a lavorare” come dice qualche assistito. Siamo soddisfatti per i risultati ottenuti, con l’aiuto determinante di diversi familiari, afferma Lorenzo Naso, responsabile del centro Armerino, siamo riusciti ad assicurare la continuazione del servizio, ma la soluzione non ci appaga completamente. L’affermazione del consiglio provinciale, che ammonisce i disabili e i loro familiari di cercare altrove i finanziamenti per sostenere tale servizio, lascia poco spazio per sperare in un futuro migliore, quindi, a mio parere, continua Naso, non bisogna abbassare la guardia, serve continuare a lottare affinché, l’ASP faccia la sua parte per istituzionalizzare il servizio dei Centri Diurni poiché trattasi di attività socio-sanitaria. Intanto godiamoci la riapertura e poi subito al lavoro. www.aiasarmerina.org    

sabato 22 gennaio 2011

Palermo, visite gratuite per i bambini a rischio cecità

il team impegnato nell'iniziativaIl progetto Light For Life è rivolto ai nati prematuri e a chi è affetto da malattie della retina che, se non curate in tempo, possono far perdere la vista. Iniziativa dell'Associazione Nazionale Famiglie Emigrati. L'obiettivo: formare medici esperti
PALERMO - Sostegno, solidarietà, accoglienza, conforto psicologico ed aiuto medico a tutti quei bambini nati prematuri ed affetti da malattie della retina che se non curate in tempo possono portare alla cecità. E' questo lo scopo principale del progetto Light For Life, fortemente voluto dall'Associazione Nazionale Famiglie Emigrati, che oramai da parecchi anni opera nel campo della solidarietà. Ieri e ancora oggi, infatti, presso il reparto di oculistica degli ospedali riuniti Villa Sofia - Cervello a Palermo, Antonio Capone, noto esperto in campo di Rop, ha visitato e continuerà a visitare 50 bambini provenienti da tutta Italia nati prematuri e affetti dalla Rop, "acronimo americano della retinopatia del prematuro". Una patologia questa che colpisce i neonati prematuri e che se non diagnosticata e curata tempestivamente può portare alla cecità.
Sono coinvolti direttamente nell'iniziativa l'unità operativa di oculistica dell'Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello ed il gruppo di retina consultans del Beaumont Hospital Royal Oak del Michigan. Un progetto quello di Light For Life ideato e promosso dalla delegata Anfe di Detroit, Teresa Nascimbeni, reso possibile grazie alla continua raccolta di fondi da parte di tutte le delegazioni Anfe nel mondo.
Il dottor Capone, con il contributo del dottor Trese, ha curato la formazione di 5 oculisti italiani che hanno raggiunto una competenza avanzata sui protocolli diagnostici e terapeutici della Rop. Per un ulteriore sviluppo del progetto è stato necessario l'acquisto della ret-cam, una sofisticata attrezzatura che consente uno studio più approfondito della malattia. "L'acquisto della ret-cam - dice il direttore generale dell'A.O. Villa Sofia - Cervello Salvatore Di Rosa -, oltre che dalla direzione strategica è stato fortemente voluto anche dall'assessore alla Sanità Russo, sensibile a questa problematica. Questa dotazione consentirà ai nostri medici di seguire con maggiore accuratezza tutti i prematuri rafforzando il ruolo di centro di riferimento per la Rop della U.O. di oculistica, per la città di Palermo e per la Sicilia occidentale".
Tra i medici presenti durante le visite, oltre al dottor Angelo Trapani, oftalmologo pediatrico esperto di Rop, ci sarà anche la dottoressa palermitana Paola Scibetta, che ha conseguito la fellowship sulla Rop al Beaumount Hospital, riuscendo ad assimilare gli insegnamenti del dottor Capone e i protocolli di diagnosi e terapia laser americana per i nati pre-termine. In questo modo, a poco più di cinque anni dalla firma del progetto Light For Life, i "viaggi della speranza" di intere famiglie italiane che andavano a Detroit per operare i propri bambini si sono ridotti significativamente.
 "Il progetto nei prossimi anni è quello di riuscire a formare il maggior numero di specialisti - si augura il primario del reparto di oculistica di Villa Sofia, Antonino Pioppo -, investendo principalmente sui giovani medici. In tal modo, saremo autonomi anche per il trattamento chirurgico della Rop. "Iniziative come queste ben sposano lo statuto dell'ente che presiedo - aggiunge il presidente Nazionale dell'Anfe, Paolo Genco - e per tale ragione ho creduto sin dall'inizio al progetto portandolo avanti con grandi sforzi firmando il protocollo di intesa tra gli ospedali di Detroit e Palermo. Ma ciò è solo un punto di partenza per tutti quei bambini che tanto bisogno hanno di cure ed assistenza medica. Light of Life è andata avanti ottenendo brillanti risultati. Siamo pronti al passo conclusivo: riuscire ad eseguire gli interventi chirurgici per la Rop a Palermo".
Circa l'80% dei bambini prematuri, con un peso inferiore a 1 chilo, può sviluppare la Rop ma la maggior parte può guarire senza alcun bisogno di trattamento. I bambini affetti da Rop necessitano di trattamento nel piú breve tempo possibile. Le cure attuali hanno ridotto gli effetti devastanti causati dalla Rop, che finora nel mondo, rimane la maggior causa di cecità infantile per patologia retinica.

TOE MOUSE: PER CONTROLLARE IL COMPUTER ORA BASTANO I PIEDI

toe mouseI sensori sotto le dita del piede fungono da tasto destro e sinistro riproducendo in tutto la struttura del mouse "classico"

C'è chi dice che il mouse sia un incidente di percorso e che le persone useranno altri sistemi per interagire con il computer. Fatto sta che negli anni sono stati moltissimi i modelli presentati. Dai comuni mouse ai touchpad. Ma prima o poi si arriverà al limite della creatività?

Tra i tanti concept bizzarri e particolari che girano quotidianamente sul web, arriva dal Giappone Toe Mouse ideato dal designer Liu Yi, forse, uno dei più strani, ma anche dei più innovativi. Come dice il nome, Toe Mouse è un mouse per PC controllabile non con le mani, bensì con l'alluce prevedendo, infatti, di essere collegato sotto il piede. Fantascienza o tecnologia del futuro?

In realtà, per quanto possa sembrare bizzarro, Toe Mouse è un dispositivo pensato e realizzato non per persone normodotate, bensì per coloro i quali hanno difficoltà ad usare gli arti superiori per qualsiasi motivo, essendo quindi impossibilitati ad usare il mouse normalmente.

Toe Mouse è realizzato ad hoc per essere posizionato al di sotto del piede, in maniera ergonomica, per essere controllato dall'alluce, che diventa il fulcro per l'utilizzo di questo dispositivo. Sarà possibile, infatti, controllare il mouse col piede grazie a due sensori, uno sotto l'alluce e l'altro sotto il secondo dito, che fungono, rispettivamente, da tasto sinistro e destro.

Toe Mouse si "indossa" come una ciabatta infradito, per tenere bloccati le due dita necessarie al suo utilizzo ed è rivestito totalmente da materiale antiscivolo per ottimizzare la presa. Il tutto corredato da una tecnologia wireless che consentirà di evitare ingombri e intralci dovuti ai fili per il collegamento al PC.

Si stratta di un gadget davvero ergonomico che sfrutta la nostra naturale abilità a trattenere cose con le dita dei piedi: un sensore provvede a trasferire il movimento delle dita al pc (così come facciamo quando esercitiamo la pressione del tasto destro o di quello sinistro del mouse). Insomma, un'idea davvero bizzarra ma sicuramente innovativa che, probabilmente, verrà apprezzata da chi ha difficoltà nell'utilizzo dei mouse standard.


PER APPROFONIDRE:
http://www.yankodesign.com

ARRIVA DAL GIAPPONE HAL, L'ABITO ROBOTICO PER TORNARE A CAMMINARE

halMoltiplica la forza muscolare del malato pur pesando solo 23 kg

Negli ultimi anni la scienza ha fatto numerosi passi avanti, dando una speranza a tutte quelle persone che per problemi di deambulazione sono costrette a trascorrere la loro vita su una sedia a rotelle. Abbiamo iniziato a parlarne nel 2008 con l'arrivo in Israele dell'esoscheletro telecomandato ReWalk, siamo tornati poi a parlarne qualche mese fa quando, negli USA, sono arrivate le game elettroniche e-Legs e torniamo ad occuparcene ancora oggi dopo il lancio, questa volta in Giappone, dell'abito robotico Hal (Hybrid Assistive Limb).

Hal è nato dall'idea di sostenere tutte quello persone con problemi di mobilità e debolezza muscolare alle gambe. Hal on è rivolto solo ai diversamente abili ma anche a coloro che hanno comuni difficoltà nel muoversi. È stato stimato infatti un aumento di patologie analoghe a causa dalla crescita dell'età media di prospettiva di vita dell'uomo.

Fino a poco tempo fa, questo dispositivo veniva utilizzato per lavori e situazioni specifiche, ma ora si ha la possibilità di utilizzarlo anche in campo medico. Sono cinquanta gli ospedali giapponesi che già utilizzano questa nuova tecnologia e l'azienda assicura che dal 2015 sarà possibile l'inizio della commercializzazione di massa.

L'evoluzione di Hal rispetto a ReWalk ed e-Legs è che consente l'abbandono delle stampelle che non sono più necessarie per rimanere in equilibrio. Hal è una sorta di tuta che è in grado di anticipare e sostenere i movimenti del corpo grazie a dei sensori di monitoraggio capaci di leggere gli impulsi cerebrali diretti alle gambe attraverso la pelle del soggetto che la utilizza.
Hal è in grado di moltiplicare la forza della muscolatura nonostante il materiale utilizzato per la sua costruzione sia resistente ed ultraleggero. È dotato di una batteria ricaricabile con un'autonomia di circa tre ore, di pompe che permettono il movimento coordinato di anca e ginocchio, e di sensori di pressione sui talloni per assicurare che entrambi i piedi non si sollevino dal terreno nello stesso momento. Pesa solamente 23 kg e non solo permette di camminare ma anche di alzarsi, sedersi, sollevare pesi e scendere le scale.


IN QUESTO VIDEO HAL IN AZIONE


TEMPI MODERNI E GUAI ANTICHI

2011-01-22 dal Giornale di Enna: Paolo Di Franco lancia appello: "Situazione è drammatica"
Senza gambe e senza ascensore vive al terzo piano di una palazzina popolare
Leonforte - Non ha più le gambe perché amputategli a seguito delle gravi conseguenze che il diabete gli ha provocato in questi anni. Adesso, si ritrova su una sedia a rotelle e costretto a vivere al terzo piano di una palazzina popolare dove non c’è neppure un ascensore. E’ la storia di Paolo Di Franco, sessantacinque anni leonfortese, da tempo ammalato di diabete che vive in un appartamento popolare di zona Don Bosco. Il signor Di Franco ha chiesto aiuto alle istituzioni e a tutti gli organi di competenza per trovare una soluzione al suo grave disagio senza però alcun esito positivo. Vorrebbe che venisse realizzato un ascensore all’esterno della sua palazzina o che gli venisse consegnato un altro appartamento al piano terra.
“Purtroppo la mia situazione è drammatica - ci spiega Paolo Di Franco - ho fatto presente il mio problema già ad Agosto quando ancora avevo una sola gamba, poi la scorsa settimana ho subito l’amputazione dell’altra per l’avanzamento della malattia. Abbiamo chiesto e ottenuto il preventivo per la realizzazione dell’ascensore all’esterno della palazzina, servono esattamente ventisette mila euro per la messa in funzione. Una somma - continua Di Franco - che purtroppo non possiedo, capite bene la mia situazione quando ho anche due figli disoccupati e una moglie da sfamare. A questo punto non so più cosa fare, per uscire da casa dovrei percorrere sessantacinque scalini in braccio ai miei figli con tutta la carrozzina, è impensabile.
Ho chiesto aiuto a tutti ma nessuno mi ha mai dato risposte positive. Sulla vicenda, ha replicato l’assessore comunale alla solidarietà sociale Francesco Sinatra. “ Conosco personalmente la vicenda - dice Sinatra - purtroppo la gestione di queste abitazioni è di assoluta competenza dell’Iacp”.

lunedì 17 gennaio 2011

Sicilia: stage in aziende per le categorie disagiate, la regione difende l'iniziativa

disabile lavora in fabbricaIncontro tra l'assessore Piratino e le parti sociali. "Questo sostegno non potrà in alcun modo trasformarsi in nuovo precariato, in quanto le pubbliche amministrazioni non hanno alcun ruolo nel percorso previsto"
PALERMO - L'assessore regionale alle attività sociali, Andrea Piraino, ha convocato ieri pomeriggio un incontro con le parti sociali per approfondire i termini dell'avviso pubblico "per la concessione in via sperimentale, di contributi agli organismi del Terzo Settore che attuano azioni di contrasto alle vecchie e nuove povertà". Con l'incontro, soprattutto, l'assessore ha voluto rispondere alle critiche dei rappresentanti di sindacati e imprese nei riguardi del bando per lo svolgimento di stage in aziende private da parte di appartenenti a categorie disagiate che, a parere loro, "aumenterebbe soltanto il precariato". "Se c'è da rettificare, aggiustare, - dichiara l'assessore - cambiare o addirittura da cancellare qualcosa, siamo pronti a fare un passo indietro". I 700 (e non 8400 come era stato erroneamente divulgato) destinatari dell'avviso sono soggetti appartenenti a fasce deboli che senza un sostegno, non avrebbero alcuna possibilità di avvicinarsi al mondo del lavoro.
"Questo sostegno - ha sottolineato l'assessore Piraino - non potrà in alcun modo trasformarsi in nuovo precariato, in quanto le pubbliche amministrazioni non hanno alcun ruolo nel percorso previsto". L'assessore si è impegnato a recepire le indicazioni operative emerse dal confronto attraverso la definizione di specifiche linee guida per l'attuazione dell'avviso. Sul piano più generale, per evitare la lamentata frammentazione degli interventi, Peraino si è pure impegnato a gestire tutte le risorse destinate alle Politiche Sociali, in base ad un Documento Unico di Programmazione, concertato con i rappresentanti delle forze sociali, del Terzo Settore e del Volontariato.
Ed inoltre Piraino ha comunicato che nei prossimi giorni saranno pubblicate le linee guida per l'integrazione sociosanitaria, come avvio del raccordo fra politiche sociali e politiche della Salute. Tenendo conto di alcune proposte avanzate durante l'incontro, si è poi convenuto di gestire, sulla base di una strategia di sistema, tutte le risorse destinate alle politiche attive del lavoro e dello sviluppo.
A difesa degli stage si è espresso anche il direttore regionale della Caritas, don Sergio Librizzi: "La sostanza del decreto regionale che istituisce il bando per gli stagisti è stata travisata, alimentando sterili polemiche - ha detto Librizzi - Le borse lavoro riguardano circa 700 stagisti e non 8.400". Per il direttore della Caritas siciliana, inoltre, si tratta di "un decreto ben congegnato" e che non creerebbe alcuna sacca di precariato. "Non so e non voglio sapere chi e perché ha interessi a criticare il decreto - ha detto ancora Librizzi - Sicuramente sono pretesti che non riguardano gli ultimi, cioè a dire coloro i quali sono i beneficiari del lavoro svolto dalle onlus diocesane; le borse - lavoro altro non sono che delle offerte di opportunità e il nostro è un compito di mediazione".

LEA E NOMENCLATORE TARIFFARIO: STIAMO ANCORA ASPETTANDO


leggeL’ultima proroga del Governo doveva garantire l’approvazione entro novembre 2010

L’aggiornamento dei LEA e del Nomenclatore tariffario tardano ancora. Sei mesi fa sembrava essere giunto il tanto atteso momento, ma in effetti stiamo ancora aspettando che i nostri rappresentanti politici trovino il tempo di occuparsi dell’annosa questione.

I LEA - I Livelli Essenziali di Assistenza rappresentano in sostanza l’offerta dei servizi e delle prestazioni erogabili dal Ssn a tutti i cittadini, gratuitamente o previo pagamento di una somma standardizzata (ticket). Non disporre di una regolamentazione precisa e aggiornata riguardo queste prestazioni è alquanto rischioso per tutte le persone che di queste prestazioni non possono fare a meno. I Lea sono stati definiti con il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei Livelli essenziali di assistenza”, entrato in vigore il 23 febbraio 2002.
Il mancato aggiornamento del Nomenclatore Tariffario aggrava di fatto la situazione, visto che per ottenere ausili e protesi adatte alle proprie esigenze spesso i cittadini devono compiere salti mortali. Sono inoltre moltissime le nuove applicazioni tecnologiche che possono migliorare la vita delle persone disabili, che però non sono inscritte nell’elenco del Nomenclatore e dunque devono essere acquistate direttamente dai diretti interessati. Naturalmente nella maggioranza dei casi i disabili non sono in grado di sostenere questa spesa, e si devono accontentare di ciò che  “passa il convento”.

LA STORIA RECENTE - Da anni attendiamo la ridefinizione dei Lea, che escludono dalle prestazioni sanitarie gratuite troppi cittadini, in particolare coloro che necessitano di assistenza specializzata 24 ore su 24, di particolari ausili per la comunicazione o di prestazioni straordinarie in genere.

Si cominciò a parlare quotidianamente di rinnovo dei Lea nel 2008, dopo l’interpellanza urgente di 30 deputati, prima firmataria Farina Coscioni, per chiedere al Governo “Quanti mesi o anni i cittadini, i malati e i disabili, dopo aver aspettato dieci anni il rinnovo del nomenclatore delle protesi e degli ausili, debbano ancora aspettare per vedere rispettati i loro diritti costituzionali in materia di salute”. Il Governo delegò  la risposta al Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca che chiese prima dell’approvazione dei nuovi Lea un confronto con le Regioni per valutare tutta la complessità delle questioni poste.
Passato più di un anno, nel novembre del 2009 Salvatore Usala, Giorgio Pinna e Mauro Serra, Claudio Sabelli, malati di Sla, entrarono in sciopero della fame  per denunciare la loro situazione al limite della disperazione, senza aiuti economici adeguati e l’assistenza di cui hanno  diritto. A fianco a loro si schierò Farina Coscioni, con l’obiettivo di rendere noto l’effettivo utilizzo dei finanziamenti stanziati nel 2007 e 2008 per ausili di nuova generazione, rendere  operativa l’approvazione della nuova versione dell’assistenza protesica del nuovo Nomenclatore e adottare le linee guida cui le Regioni si conformano nell’assicurare un’assistenza domiciliare adeguata per i soggetti malati di sclerosi laterale amiotrofica.
Nei mesi successivi si susseguirono proteste e scioperi della fame, fino alla mozione del 10 dicembre 2009 firmata da 75 deputati di maggioranza e opposizione, per chiedere al Governo di rispettare gli impegni presi.
Nel giugno del 2010 il Ministro Fazio dichiarò che quanto di competenza del suo ministero, ed in particolare l’intesa realizzatasi nella Conferenza Stato- Regioni, era stata completato nel febbraio di quest’anno e che la bozza di Dpcm di revisione dei Lea, con nuove disposizioni rispetto alla versione licenziata dal Ministro Turco era ormai pronta.
Il 1 luglio 2010, dopo un mese di inutile attesa, 34 deputati hanno presentato un interpellanza urgente per capire cosa ostacolasse l’approvazione dei nuovi Lea. Il governo, dopo varie vicissitudini, si impegna ad emanare il decreto sui Lea entro settembre.  A novembre, visto il mancato rinnovo, il Governo promette l’ennesima proroga, fissata per la fine di novembre 2010, ma noi stiamo ancora aspettando.

COSA OSTACOLA IL RINNOVO DEI LEA? – Si tratta, lo sappiamo bene tutti, di una questione economica. La garanzia di servizi e assistenza ha un costo che può variare molto a seconda del bacino territoriale di riferimento, dei fattori produttivi, delle infrastrutture e di molti altri fattori. 
Stando a uno studio del 2010  il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza sociale può contare su circa 49 miliardi di euro, di cui 42 gestiti dallo Stato. Voci di bilancio sono poi il cofinanziamento degli utenti (2 miliardi di euro) e il finanziamento indiretto (detrazioni e deduzioni fiscali, circa 11 miliardi di euro).
Si stima che attualmente i comuni italiani siano in grado di erogare per l’assistenza in media 111 euro pro-capite, con delle enormi sproporzioni tra il sud e il nord. 
La legge 42/2009 prevede che la prima fase del “federalismo fiscale” sia impegnata a riequilibrare le capacità territoriali di risposta, estremamente diverse tra loro. Il sistema di perequazione previsto dal federalismo dovrebbe farsi carico dello sforzo di riequilibrio. Il problema reale è che solo un 10-15% delle risorse destinate ai Lea sono gestite direttamente dagli enti locali, mentre il restante 90% è gestito in forma di trasferimenti monetari.

QUANTO COSTA L’ASSISTENZA? - La spesa pubblica per long-term care (assistenza di lungo periodo rivolta alle persone non autosufficienti) corrisponde a circa 27 miliardi di euro, ed è composta principalmente dai servizi per l’assistenza sanitaria e i trasferimento monetari per indennità di accompagnamento.  Il problema potrebbe essere la dispersione e la mancata efficacia dell’erogazione dei trasferimenti monetari diretti, a scapito  della “prestazione sociale” vista come il risultato di un processo di produzione professionale: meglio il pasto a domicilio garantito che qualche euro in più di indennità di accompagnamento.

Fonte dei dati:
Bezze, Vecchiato, Livelli essenziali di assistenza sociale: finanziamento, costi, equità distributiva, Studi Zancan 6/2010.

Per approfondire:

NOMENCLATORE TARIFFARIO E AUSILI

domenica 9 gennaio 2011

La storia di Paolo autistico corre nel deserto e vince la sfida della vita

Quando ha cominciato a correre faceva cinquanta metri e si fermava disperato, quasi senza respiro. Guardava in faccia il suo allenatore e scuoteva la testa. Sembrava l’atteggiamento di chi voleva arrendersi, invece era solo il modo per dire che accettava la sfida: correre per gettare un ponte tra disabilità e normalità. Correre perché l’autismo è una maratona, e come tale deve essere affrontata. Senza mollare mai. Paolo Deroma ha 26 anni, oggi è un maratoneta, un atleta che corre e che sente il peso di quella malattia diventare più leggero. A Sharm El Sheikh, nello splendido scenario del Parco nazionale di Ras Mohammed, ha partecipato – primo atleta disabile in gara in classifica normale – alla settima edizione dell’Half Marathon. Unico atleta con handicap in mezzo a centinaia di partecipanti in rappresentanza di 14 paesi (un record), e ce l’ha fatta. E’ arrivato sino alla fine, con la mano stretta del suo allenatore-educatore, Massimo Carta, 42 anni (anche lui con una invalidità importante, ha perso la funzionalità di un braccio in un incidente) che a pochi chilometri dal traguardo, vedendolo in difficoltà gli aveva detto: “Paolo che dici, ci fermiamo? Dai, non fa niente, abbiamo fatto comunque una grande gara”. E il ragazzo – che solo da tre anni ha cominciato a correre, grazie a quell’opportunità straordinaria rappresentata dal Progetto Filippide presieduto da Nicola Pintus, sardo trapiantato a Roma – ha infilato la mano nella tasca, ha tirato fuori la bandiera dei Quattro Mori, l’ha srotolata e ha indicato con la mano in direzione del traguardo. “Avanti, avanti…”. Così per altri due chilometri, in mezzo al deserto, 35 gradi di temperatura – tanto che gli organizzatori l’hanno definita l’edizione più calda – fin sopra quella duna dalla quale si domina il Parco e si vede la porta di Allah. La bandiera della Sardegna è diventata il simbolo di una sfida che ha il sapore dolce di una vittoria, anche se Paolo e Massimo si sono piazzati al 177º posto (su 380 partecipanti, con 62 ritiri), percorrere i 21,097 chilometri in meno di tre ore vuol dire realizzare un sogno. E i Quattro Mori sotto lo striscione sono un pensiero dedicato agli altri ragazzi che sono rimasti a casa, a Porto Torres, e che un giorno – grazie anche all’impresa di Paolo – correranno una maratona così importante.
“C’è il concetto di squadra in quel gesto di Paolo – racconta Massimo Carta, l’allenatore-educatore che lo segue da dodici anni – e l’ha voluto affermare nel momento di maggiore difficoltà, quando sarebbe stato fin troppo facile, e anche giustificato, dire basta e fermarsi. Invece ha reagito, con quello sguardo coraggioso, forse anche un po’ severo, mi ha quasi ripreso. Come dire: sei tu che ti vuoi fermare, non io, io voglio arrivare sino alla fine”. Applausi e abbracci, la medaglia attorno al collo, trofeo di una gara difficile, una “esperienza estrema” per dimostrare che la diversità non divide ma unisce. Paolo Deroma e Massimo Carta, l’esempio concreto di come è possibile l’integrazione sociale di soggetti disabili attraverso la corsa di fondo. L’allievo e il maestro, a volte un po’ padre e figlio, spesso semplicemente amici impegnati nella realizzazione del programma sperimentale “autismo e sport”. I medici dicono che la corsa in lunga distanza permette la diminuzione di numerosi atteggiamenti iperattivi e stereotipati, “tanto da portare un maggiore controllo di se stessi e una percezione personale del gruppo più reale”. Ecco, è proprio così. A Sharm El Sheikh, Paolo ha trascorso otto giorni in una dimensione totalmente nuova: ambiente, temperatura, paesaggio e persone. Un sogno, che a livello sociale e sportivo, ha consentito di scrivere una pagina importante. «Luca, uno dei ragazzi della squadra del Progetto Filippide – racconta Massimo Carta – ha detto che Paolo è il nostro ariete, che ha aperto una grande porta». E attraverso quella porta ora sperano di passare in tanti.
“La tattica della gara l’abbiamo fatta con Ottavio Andreani, nazionale di atletica che per due anni di seguito ha vinto l’Half Marathon ed è il detentore del record – dice ancora Massimo -, ha voluto conoscere Paolo, ha cenato insieme a noi. Ci ha dato tanti consigli utili”. Ma dietro l’impresa c’è il contributo di tanti che l’hanno costruita pezzo per pezzo, come si fa con i mattoncini Lego. “Claudio Pecorari che ha creduto in noi e ci ha fornito tutta l’attrezzatura tecnica da gara, Alberto Masala il medico, tutti gli accompagnatori che lavorano per il Progetto Filippide: Cristian, Giulia, Sara, Giovanni, Proto, Elena, Pietro e Angela”. E poi i ragazzi della squadra, gli amici di Paolo che corrono e, come lui, non saltano mai un allenamento. Fabrizio, Luca, Daniele e Daniele, Andrea, Marco, Mario, Massimiliano, Peppe e Maria, e i genitori “colonna portante del progetto: senza di loro non sarebbe stato possibile fare niente”. La medaglia di Paolo e l’entusiasmo di Massimo. La loro forza serve per rinnovare la sfida: “Speriamo che le istituzioni sostengano il progetto, che ci siano opportunità anche per altri ragazzi. Che il Filippide possa espandersi in tutta la Sardegna”. Massimo guarda le foto e rivive l’esperienza di quella gara durissima: asfalto, poi il fondo duro e sassoso, quindi la sabbia del deserto. Sembra impossibile, eppure ce l’hanno fatta: “Sono contento, vedo Paolo felice. Io spero che serva d’esempio a tanti ragazzi e ai loro genitori: abbiamo aperto una porta, è vero. Posso aggiungere che io, disabile al 100 per cento, non mi sono mai arreso all’idea di non potermi più allacciare le scarpe da solo. Ho pensato: qualcuno mi aiuterà. In fondo posso fare tante altre cose. Mi piace l’idea della squadra. E anche Paolo ci ha creduto, è stato bravo”.

FONTE:
SuperAbile.it