Presentate nel corso di Ict2010, il maggiore evento europeo del settore. Si va da "Presenccia", interfaccia cervello-computer per insegnare agli amputati come utilizzare un arto artificiale a Kompaï, automa progettato per aiutare le persone malate, gli anziani o i disabili che hanno bisogno di aiuto a casa
BRUXELLES - Nel corso di Ict2010, il maggiore evento europeo dedicato alle nuove tecnologie informatiche, sono stati presentati diversi progetti finanziati dall'Unione europea che puntano al miglioramento delle condizioni di vita di disabili, anziani e malati, passando sia per la realtà virtuale che per la robotica. "Presenccia" propone soluzioni di tecnologia virtuale in applicazioni mediche per la riabilitazione dei disabili grazie a un'innovativa interfaccia cervello-computer. Presenccia, secondo i suoi sviluppatori, potrebbe insegnare agli amputati come utilizzare un arto artificiale o permettere a persone in sedia a rotelle di camminare nella realtà virtuale. Un altro risvolto è aiutare le persone paralizzate a digitare un testo usando il pensiero. Il progetto è stato realizzato da università, centri di ricerca e piccole e medie imprese provenienti da Austria, Germania, Israele, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
Altro progetto che utilizza i benefici della realtà virtuale a favore dei malati è PlayMancer, sviluppato tra università, centri di ricerca e aziende di Austria, Danimarca, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. PlayMancer esplora i potenziali benefici dei giochi 3D per contribuire ad alleviare gli effetti negativi dei disturbi mentali e per aiutare i pazienti ad affrontare meglio le terapie. PlaymMancer porta il paziente in un mondo virtuale e durante il gioco riconosce le emozioni dei pazienti sulla base della voce, delle espressioni del viso e dei movimenti del corpo. Calcolando lo stato emotivo del paziente e regolandosi di conseguenza, il gioco può contribuire ad alleviare i sintomi del paziente.
Uscendo dal mondo virtuale, due diversi progetti hanno sviluppato robot in grado di assistere nella loro quotidianità le persone a mobilità ridotta. Il primo automa ci chiama Kompaï, ed è progettato per aiutare le persone malate, gli anziani o i disabili che hanno bisogno di aiuto per condurre una vita indipendente a casa. Il robot può parlare, capire ciò che viene detto, muoversi liberamente all'interno dell'abitazione e persino accedere a servizi internet. Realizza cosa pratiche come tenere l'agenda e compilare liste della spesa, ma può anche impostare una videoconferenza con i medici curanti. Robosoft, una società francese ha progettato Kompaï assieme a partner provenienti francesi, austriaci e ungheresi.
Il ‘collega' di Kompaï si chiama iCub, e nell'idea dei suoi creatori riproduce il processo di apprendimento di un bambino. iCub può sedersi, strisciare e raccogliere oggetti con le sue mani a cinque dita: guardando, ascoltando e toccando, il robot impara dall'ambiente circostante: proprio come un bambino. Anche iCub risponde alla crescente domanda di robot domestici con capacità cognitive legata all'invecchiamento della popolazione. Il progetto è stato realizzato da università e centri di ricerca in Italia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito, ma al momento il suo costo rimane molto elevato: un modello completo viene venduto dall'Istituto italiano di tecnologia (secondo il prezzo comunicato sul sito) a
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