La direzione generale interviene sulla vicenda dell'uomo catanese colpito da Sla che, nei giorni scorsi, si era visto sospendere l'assegno per non essersi presentato alla visita di verifica. Spoto non sarà sottoposto a ulteriori controlli
ROMA - "In riferimento alla notizia diffusa il 20 settembre relativa al caso del signor Francesco Spoto, l'Inps esprime il rincrescimento per l'ulteriore disagio prodotto ai familiari". Si apre così la comunicazione della Direzione generale dell'Istituto, responsabile di aver sospeso la pensione all'uomo catanese affetto da Sla, a causa della mancata verifica dell'invalidità. "Nel caso del signor Spoto - spiega l'Inps - è accaduto quello che purtroppo si verifica spesso: la procedura di verifica dell'invalidità viene avviata basandosi solo su elenchi nominativi privi della necessaria diagnosi".
All'origine del problema, c'è dunque una carenza di comunicazione tra Inps e Asl: di queste ultime, "solo 8% trasferisce all'Inps la cartella clinica all'origine della dichiarazione dello stato invalidante". Di conseguenza, i controlli dell'Inps avvengono in mancanza di elementi diagnostici. "In ogni richiesta di visita di controllo - spiega l'Istituto - è, comunque, chiaramente indicata la possibilità dell'interessato o dei suoi tutori di poter comunicare l'impossibilità di aderire alla richiesta di verifica. Nel caso specifico, per la pensione di invalidità civile, concessa già da tempo all'interessato, era prevista una revisione sanitaria per il mese di luglio 2010, con sospensione della rendita in attesa della visita".
La situazione, però, è stata subito risolta, perché una volta "pervenuta la conferma dello stato invalidante, la sede competente ha provveduto a ripristinare la pensione e ad attribuire alla stessa un codice che eviterà al signor Spoto, vista la grave patologia, di essere sottoposto ad ulteriori visite".
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