Fand Day. I problemi più urgenti: basso tasso di occupazione e stretta dell'Inps sull'invalidità. Pagano (Anmic): "C'è un accanimento verso gli invalidi". Daniele (Uic): "La nuova moda è mettere le mani nelle nostre tasche. E il peggio deve ancora venire"
ROMA - Il mondo del lavoro, la scuola e la questione dei falsi invalidi. Sono i temi al centro del "Fand Day", la giornata organizzata dalle associazioni aderenti alla Federazione delle associazioni nazionali dei disabili, che raggruppa sotto lo stesso tetto alcune storiche organizzazioni di persone con disabilità: l'Associazione degli invalidi civili (Anmic) e degli invalidi da lavoro (Anmil), l'Unione ciechi (Uic) e l'Ente sordi (Ens), l'Unione dei mutilati per servizio istituzionale (Unms) e l'associazione che cura i temi della legislazione riguardante i trasporti e la mobilità (Anglat). Alla giornata in corso all'Auditorium dell'Inail di Roma, oltre ai presidenti di tutte queste realtà, partecipano anche alcuni esponenti del mondo politico.
Nel suo intervento introduttivo, il presidente Fand Pagano ha ricordato i temi più urgenti: "Non riusciamo ad uscire dal vicolo stretto della questione lavoro né dal problema con le commissioni di verifica dell'Inps sulle invalidità: non possiamo negare quali tragedie vivono gli invalidi civili che vengono sottoposti a visita medica per accertare se hanno ancora i requisiti per il trattamento economico che spetta loro. Non possiamo accettare che vengano rispettate le leggi". Pagano ha parlato di "accanimento, in alcuni casi, verso gli invalidi" e ha ricordato di aver chiesto un incontro con l'Inps per verificare gli impegni assunti e le disposizioni contenute nei provvedimenti amministrativi e nelle circolari. Un altro incontro invece si è già svolto, ieri, sul tema del lavoro, con una delegazione di Fand e Fish (l'altra federazione più rappresentativa) ricevuta dai tecnici del ministero del Lavoro per verificare l'applicazione della legge 68/99 e la necessità di eventuali modifiche. "Per quanto riguarda il lavoro dei disabili - dice Pagano - siamo ancora in alto mare: ci sono un gran numero di disoccupati e persistono forti pregiudizi: l'invalido è ancora considerato un peso". Secondo Pagano "è neccessario quindi un intervento del governo, non per obbligare i datori di lavoro ad assumere ma perché ci sia un reale scambio di possibilità".
Sulla stessa linea l'intervento del presidente dell'Unione ciechi e ipovedenti Tommaso Daniele, secondo il quale per giungere a dei risultati non basta più "evocare la crisi ma è necessario un progetto organico sulla disabilità che manca ancora nel nostro paese". Secondo Daniele infatti "il peggio deve ancora venire", anche perché l'Europa potrebbe chiedere al paese nuovi sacrifici e il governo potrebbe operare nuovi tagli. Il tutto in un contesto generale in cui fa passi avanti la mentalità nuova che porta "a mettere le mani nelle tasche dei disabili" e ad "attingere alle ricchezze dei disabili" per risolvere alcuni problemi finanziari.
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