Kaspar: per lui prende il via una nuova fase della ricerca denominata progetto AuRoRa destinata a facilitare l’utilizzo dei robot già in commercio. Il suo nome è l’acronimo di “Kinesics And Synchronisation in Personal Assistant Robotics” e si tratta di un robot dalle sembianze infantili messo a punto da un gruppo di ricerca dell’Università dell’Hertfordshire. La finalità di Kaspar è quella di incoraggiare le interazioni sociali nei soggetti autistici. Dietro le palpebre mobili sono presenti due telecamere per monitorare i movimenti dell’interlocutore; la “pelle” del viso (in silicone) si deforma per assumere espressioni elementari di stupore, di gioia e di curiosità. La tecnologia RoboSKIN gli permette addirittura di “percepire” il suo interlocutore e riconoscerlo “al tatto”; tutto ciò per poter interagire in maniera idonea con i bambini affetti da autismo attraverso una gestualità semplificata e accentuata rispetto a quella umana. Destinato a dei fruitori di età compresa tra i sette e i dieci anni, il robot può essere programmato o essere guidato a distanza con un telecomando. E’ particolarmente importante che Kaspar non abbia nessuna intenzione di “somigliare” in tutto e per tutto ad un essere umano: nella mente del bimbo che interagisce con lui è fin dall’inizio ben chiaro che si tratta soltanto di un sofisticato giocattolo. Il costo dell’androide è di poco superiore ai mille euro e lo scopo della ricerca è di renderlo idoneo a seguire i bimbi autistici anche quando non sono sotto la supervisione di uno dei venti esperti membri del gruppo di studio. Per ottenere ciò è necessario, oltre che mettere a punto un più sofisticato sistema di programmazione, rendere più semplice l’aspetto tecnico della gestione: ad esempio sarebbe necessario risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico con batterie più efficienti e ricaricabili con un sistema apposito di pannelli solari.
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