Francesco Pio ha 8 anni. E’ disabile al 100% da quando è nato. Ma questo non lo ha mai fermato. Anche quando è stata ora di andare a scuola. Lui ci è andato e ha dato tutto se stesso. “Raggiungendo anche degli ottimi traguardi”. Peccato che sia proprio la stessa scuola di Ostuni (Brindisi), dove lui frequenta la terza elementare a non accettarlo più, a non potergli dare l’assistenza che per legge gli spetta di diritto.
“Già, perché nella sua scuola oltre a non essere presente l’assistenza prevista a norma di legge, mancano anche le attrezzature per fornire un minimo sostegno ai bambini incontinenti e disabili”. Ma non solo. A Maria Filomena Leogrande, mamma del piccolo Francesco, vista la mancanza dello Stato è stato addirittura chiesto di andare a scuola durante le ore di lezione per andare a cambiare il bambino.
“Una situazione paradossale” denunciata dalla donna ad Affaritaliani.it. “Non mando mio figlio a scuola perché la scuola e i servizi sociali mi hanno chiesto di andarlo a cambiare in quanto manca l’assistente. La scuola ne è sprovvista dal primo giorno di scuola, il 1 settembre, quando l’ho accompagnato ma li sono stata informata del fatto che oltre all’assistente non c’era una lettiga, ne un posto dove mio figlio poteva essere cambiato. Non c’era nulla in pratica. Sono stata invitata a dover tornare a scuola ogni ora per poterlo cambiare. Non l’ho fatto e quando il bimbo è tornato a casa non era stato cambiato. Così ho deciso di non mandarlo più”.
Eppure a scuola sapevano. Maria Filomena l’iscrizione del figlio l’aveva fatta regolarmente a gennaio, con tanto di richiesta di assistenza. “Ho iscritto regolarmente a gennaio scorso,tutti erano al corrente della sua situazione. Le assistenti potevano farci visita, darci un appuntamento per valutare la situazione. Ma nulla è stato fatto. Sapevano che nella sua situazione non sarebbe bastata l’insegnante di sostegno. Mi hanno detto che è il primo caso in cui il bimbo è così grave ed è costretto a portare il pannolino. Sono stata invitata da scuola e servizi sociali a collaborare. Io questa parola non la recepisco perché io sono tutta per mio figlio, 24 ore su 24, anche la notte, quindi mi sembra una parola fuori da ogni logica. Io faccio la mamma di mestiere”.
Ma la legge parla chiaro. Il piccolo ha diritto ad avere assistenza. “Esatto. Non è compito mio andare a scuola per assistere mio figlio, anche se so che altre mamme lo fanno. Penso basti farlo una volta che diventa poi un’abitudine. E’ assurdo che, se esistono delle leggi che consentono ai bimbi di frequentare la scuola si permetta poi che queste non vengano rispettate. Io il mio lavoro lo faccio. Ognuno deve fare il suo, e al di fuori delle mura domestiche ci deve essere una catena funzionante che mi permetta di affidare mio figlio senza preoccupazioni. Ho anche fatto un esposto a carabinieri. Non sono disposta a pagare nulla.. Un bimbo che è disabile al 100% deve avere ciò che spetta per legge. Io non devo chiedere favori a nessuno.”.
Nessun commento:
Posta un commento