Circa tremila bambini in età prescolare, di cui 500 disabili, e 600 donne delle comunità più povere beneficeranno dei corsi di educazione e formazione del progetto "It's my right! It's my life", promosso dal Cospe in collaborazione con Edison
MILANO - Circa tremila bambini in età prescolare, di cui 500 disabili, appartenenti alle comunità più povere del Cairo sono i destinatari dei corsi di educazione e formazione organizzati nell'ambito del progetto "It's my right! It's my life" promoso dal Cospe in collaborazione con Edison. Oltre ai bambini, verranno coinvolte circa 600 donne che parteciperanno a corsi di alfabetizzazione. Il progetto, già operativo da febbraio 2010, è stato presentato ieri a Milano. "All'interno di questi quattro centri/scuola lavoriamo per formare i bambini, per spiegare quali sono i loro diritti -spiega Silvia Ricchieri, responsabile del progetto-. Saranno efficaci ‘attivisti' per trasmettere questo sapere a insegnanti e genitori".
La scommessa di questo progetto, infatti è quella di creare una cultura della cittadinanza "fare in modo che le persone prendano coscienza dei propri diritti e doveri", sintetizza Silvia Richieri. Spesso infatti le fasce più deboli, come le donne che vivono nei quartieri poveri o nelle aree rurali e passano buona parte della giornata chiuse in casa, non hanno accesso ai servizi. Banalmente, perché ne ignorano l'esistenza. Occorre quindi lavorare per informare le persone, ma anche per far crescere la consapevolezza dei propri diritti.
A beneficiare di "It's my right! It's my life", saranno le famiglie che vivono in quattro comunità sub-urbane e semi rurali del Cairo. I quattro centri/scuola saranno ristrutturati e dotati di attrezzature specifiche per il loro funzionamento e tecnologia specifica per la riabilitazione psico-fisica dei bambini disabili. Qui si svolgeranno anche corsi intensivi di alfabetizzazione (due ore al giorno, cinque giorni a settimana, per un totale di nove mesi di frequenza) rivolti complessivamente a circa 600 donne (350 hanno già terminato il corso)."Si tratta di un progetto che viene portato avanti in collaborazione con le istituzioni pubbliche locali e con l'associazione "New vision association development" attiva nel campo dello sviluppo e dei diritti umani -aggiunge Fabio Laurenzi, presidente del Cospe-. Il nostro obiettivo è rendere pienamente fruibile le strutture e i servizi presenti sul territorio. Non basta il diritto sancito da una legge, occorre rendere concreti questi diritti".
In Egitto sono ancora molti i bambini esposti al rischio di maltrattamenti, abusi e malnutrizione. Particolarmente a rischio le femmine per le quali incombe anche il rischio delle mutilazioni genitali e dei matrimoni precoci. La situazione è particolarmente grave nelle zone rurali o nei quartieri disagiati. I bambini-lavoratori sono circa 2,7 milioni (la maggior parte ha un'età compresa tra i 6 e i 14 anni), impiegati come venditori ambulanti, collaboratori domestici o braccianti agricoli. Particolarmente alto il tasso di analfabetismo (anche se nel Paese la scuola è obbligatoria fino a 14 anni): il 54% delle ragazze tra i 13 e i 15 smette di frequentare la scuola, rispetto all'11% dei ragazzi. I bambini disabili, poi, circa due milioni, sono anche vittima di discriminazione e pregiudizi, che li relegano nel totale isolamento e li escludono dai servizi del territorio.
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