"Problemi tecnici affrontati con ritardo e trascuratezza": il servizio per i non udenti rischia di restare confinato ai tre canali tradizionali. La protesta delle federazioni: "E' discriminazione". E minacciano anche di non pagare il canone
ROMA - Niente sottotitoli sui nuovi canali Rai che gli italiani stanno imparando a conoscere grazie al digitale terrestre: in seguito ad alcune problematiche tecniche che l'azienda del servizio pubblico radiotelevisivo avrebbe affrontato con ritardo e trascuratezza, rischia infatti di saltare l'estensione a tutta la programmazione del servizio di sottotitolazione riservato anzitutto alle persone non udenti. La denuncia arriva dalle maggiori due federazioni delle persone con disabilità, la Fish e la Fand, che protestano contro la Rai minacciando manifestazioni di piazza, azioni legali e il mancato pagamento del canone.
In una nota firmata dai presidenti Pagano e Barbieri, la Fand e la Fish ricordano l'annunciato "passaggio epocale" del digitale terrestre e affermano che certamente tale passaggio non sembra garantire un servizio pubblico più efficiente e puntuale alle persone con disabilità sensoriali. "Stanno infatti emergendo - scrivono - nel corso del dibattito sul nuovo Contratto di servizio, allarmanti informazioni, che qualora confermate evidenzierebbero una gravissima discriminazione nell'accesso alla comunicazione e all'informazione, in particolare per i cittadini non udenti". Fand e Fish "denunciano per l'appunto il rischio che a causa di problematiche tecniche, affrontate con colpevole ritardo e trascuratezza, i servizi di sottotitolazione potrebbero rimanere a lungo inapplicabili alla programmazione Rai sui canali del digitale terrestre". "Con buona pace del dovere di assolvere al proprio compito di servizio pubblico - è l'affondo di Pagano e Barbieri - l'azienda non avrebbe predisposto per tempo gli strumenti adeguati per garantire l'accessibilità dei nuovi canali a tutti i suoi abbonati. I servizi di sottotitolazione, con le già attuali criticità, corrono di conseguenza il serio rischio di restare limitati unicamente alle trasmissioni di Rai1, Rai2 e Rai3".
"Non ci possono essere giustificazioni di comodo - tuonano le federazioni - per quella che sinora si è caratterizzata come una sostanziale inadempienza dell'azienda, ma che a partire da questi ulteriori sviluppi potrebbe assumere connotati di una violazione senza precedenti dei diritti degli utenti: la Rai verrebbe di fatto a porre un ostacolo alla piena partecipazione di tutti i cittadini, in palese violazione degli obblighi del servizio pubblico, e di quanto stabilito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, a tutti gli effetti una legge del nostro Stato".
"In considerazione della gravità di questa prospettiva, Fand e Fish - prosegue la nota - prenderanno in esame nelle prossime settimane tutte le forme di protesta più adeguate per esprimere la condanna del movimento delle persone con disabilità, nei confronti di un potenziale atto di discriminazione così palese: in base agli scenari che andranno a delinearsi - è la conclusione - le due Federazioni non escludono già da ora iniziative che potrebbero concretizzarsi tanto in manifestazioni pressi le sedi Rai o in azioni legali, quanto, nella eventualità più drammatica, nella stessa messa in discussione del pagamento del canone annuale".
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